TORINO – L’esponente del PD, durante il consiglio di lunedì scorso, non ha partecipato al voto per l’elezione del Presidente. C’è chi chiede la sua uscita dal partito e dalla maggioranza.
di Giovanni D’Amelio
“Dovessi ritornare indietro direi e rifarei tutto quello che ho detto e fatto durante il consiglio dell’altro ieri”. Rosario Borello (nella foto), PD, coordinatore all’Ambiente nello scorso mandato amministrativo nella ex Circoscrizione 9, non si smuove e difende la sua scelta di avere abbandonato l’aula nel momento del voto di fiducia al Presidente della nuova 8, Davide Ricca, e alla giunta,in segno di dissenso per alcune scelte politiche da lui non condivise. Un atteggiamento che per alcuni membri appartenenti alla maggioranza è stato il classico fulmine a ciel sereno, inaspettato quando spiazzante sotto un profilo di futuri rapporti politici.
“Io ho firmato il programma amministrativo prima del consiglio – spiega Borello – ma all’atto della votazione mi sono trovato davanti un altro testo sul punto riguardante il recupero del Palazzo del Lavoro. Una variazione fatta all’ultimo per far firmare il documento a Massimo Giaretto, della Lista Civica per Fassino. Questo non mi è piaciuto e così ho deciso di non votare”. Sulla struttura semi abbandonata di corso Unità d’Italia la Città vorrebbe farne un nuovo centro commerciale, ma su questa scelta un gruppo di cittadini ha fatto ricorso al TAR del Piemonte. Giaretto, in sostanza, vuole che nessuna decisione venga presa prima del pronunciamento del Tribunale Amministrativo e questo concetto lo ha voluto scritto.
L’idea di Borello di abbandonare l’aula, però, non è piaciuta assolutamente a tanti suoi colleghi di maggioranza, che hanno visto questo comportamento quasi come un tradimento. “Quello di Borello è solo un pretesto – ha sentenziato Augusto Montaruli – perché voleva un posto da coordinatore. Per quanto mi riguarda lui è fuori dal gruppo PD”. Altri invece hanno addirittura chiesto il suo allontanamento dalla coalizione di governo. Il Presidente Ricca conferma la spaccatura. “Borello mi pare non accetti il fatto che il Partito Democratico abbia solo 2 coordinatori (su 4, ndr), ma era necessario tenere conto anche delle altre forze della coalizione. Sulla questione ne discuteremo a breve nelle sedi di partito”.
Ma di dimettersi dal PD al momento Borello neanche ci pensa. “Io rimango nel gruppo e in maggioranza e ci resterò fino a quando la camicia non diventerà troppo stretta”. A buon intenditor poche parole.