Accorpamento amministrativo: Davide Ricca, Presidente di “due regni” in cerca di identità


TORINO – Dopo la pausa estiva, è ripresa l’attiva consiliare della Circoscrizione. Ma i problemi dell’unificazione che ne hanno fatto l’ente di prossimità più popolato della città sono ancora tutti sul tavolo. I commenti dei capigruppo.

di Giovanni D’Amelio

L'ingresso del centro civico di corso Corsica 55

L’ingresso del centro civico di corso Corsica 55

Un territorio che copre oltre 23 km quadrati di superficie, sui quali si concentrano circa 134 mila abitanti, tantissimi dei quali ignari di ciò che è avvenuto. Due sedi amministrative con relativo personale, di cui una centro civico ufficiale, in corso Corsica 55, dove si svolgono i consigli di Circoscrizione e alcune commissioni lavoro, e l’altra in via Ormea 45, sede della ex 8, utile per fare le riunioni di Giunta, ma anche commissioni su temi legati ai quartieri San Salvario, Borgo Po e Cavoretto. Rappresentativamente l’ex 9 si è “mangiata” la ex 8 (su 25 consiglieri si contano sulle dita di una mano quelli che abitano in quest’ultima) tanto che qualcuno ha parlato di “annessione”. Organizzativamente, i servizi di competenza offerti dall’ente di prossimità in molti casi sono alla ricerca di criteri univoci di applicazione, mentre il carico di problematicità dell’intero territorio è di quelli da far tremare i polsi, tra la gestione dell’ex Moi, la riqualificazione del Palazzo del Lavoro, i disagi provocati dal prolungamento della Metro, fino alla mala movida e, naturalmente, delinquenza comune, spaccio e prostituzione. Unica continuità, il colore politico di governo, rimasto al centro sinistra (PD, Moderati, e ora Lista Civica per Fassino), che già amministrava le due realtà.

Questa la situazione di fondo che si presenta oggi a due mesi e mezzo dall’insediamento del Consiglio della nuova 8, frutto della riforma del decentramento approvata in Sala Rossa nello scorso mandato. A peggiorare la situazione la mancanza di un regolamento circoscrizionale a cui appellarsi (con l’accorpamento non sono più validi i precedenti due) e per questo si fa ricorso a quello comunale, decisamente inadeguato e pensato per un organo diverso. “Con le forze di minoranza, stiamo lavorando per averne uno nostro” spiega Davide Ricca, Presidente in quota al PD, – ma la materia è complessa e ci vorrà del tempo”.

3I COMMENTI DEI CAPIGRUPPO – “I problemi dell’accorpamento stanno venendo inevitabilmente a galla – sostiene Alessandro Lupi, consigliere di minoranza di Forza Italia – e questo per due cause principali: una riforma fortemente centralizzata che non ha tenuto conto delle richieste che provenivano dalle circoscrizioni, e, secondo, averla approvata a sei mesi dalle elezioni. Così oggi ci troviamo con la parte amministrativa che non ha ancora avuto alcun input sulle modalità da seguire per unificare gli uffici, e con politici che conoscono solo una parte del territorio. La questione del decentramento deve essere impostata sulle competenze invece che sul taglio degli enti”. Lorenzo D’Agostino, PD, vede invece il bicchiere mezzo pieno. “I problemi che ci troviamo ad affrontare sono molteplici, ma sono nuove sfide che affronteremo con attenzione ed impegno. Il decentramento articolato in 10 circoscrizioni non aveva più senso di esistere, anche se forse sarebbe stato necessario un lavoro più lungo ed attento e maggiormente partecipato”. Luca D’Alessio, del Partito Liberale fissa degli obiettivi. “Il primo – spiega –  è l’approvazione del nuovo regolamento per evitare di bloccare l’ordinaria attività politica. Poi è necessario un cambio di pensiero: non si può più ragionare in termini di ex 8 ed ex 9, ma di problemi da affrontare per il bene del territorio”.

La sede di via Ormea 45

La sede di via Ormea 45

Sempre dalla minoranza, ma dalla sinistra di Torino in Comune, Giovanni Pagliero pone l’accento sui servizi. “Tra i problemi più impellenti da affrontare c’è la necessità di coordinare gli interventi e i progetti che si attuavano in modo diverso nelle due circoscrizioni (scuole, sport, commercio, assistenza, ecc.) in modo da definire regole di comportamento chiare”. Per Luca Aime (vicecapogruppo del Movimento 5 Stelle) e Antonio Palumbo (Moderati) è ancora presto per fare delle valutazioni approfondite, mentre Massimo Giaretto (Lista civica per Fassino) ritiene la riforma sbagliata “perché non solo ha ridisegnato le circoscrizioni tramite il loro accorpamento, ma ha anche ridotto le commissioni permanenti di lavoro, gli unici veri strumenti di governo circoscrizionale”. Pesantemente critico Fulvio Berno (Fratelli d’Italia). “Il tentativo di riforma è indubbiamente fallito. Non si capisce neanche adesso, a bocce ferme, che cosa volevano fare. Non solo sono state tolte delle competenze, ma agli enti accorpati non è stato lasciato in eredità neanche un regolamento per gestire il periodo di confusione in cui ci troviamo ad operare. La speranza è che la nuova Sindaca mette mano a questa riforma per risolvere questo pasticciaccio combinato da pochi riformatori”. Infine Stefano Delpero (Lega Nord). “La riforma ha le sue pecche, ma un errore di questa maggioranza è di avere scelto corso Corsica come sede del centro civico. Da un’analisi da me condotta, infatti, è emerso che quella di via Campana sarebbe stata più facilmente raggiungibile da tutti i cittadini della Circoscrizione. Spero si possa tornare indietro su questa decisione”.


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