A tenere la conferenza sono stati Davide Aimonetto e Piercarlo Gattolin, attraverso un percorso virtuale che ha intrecciato riflessioni e interpretazioni.

di Giada Rapa
Già a ottobre 2024, quando era stata proposta sul territorio di Leinì, la serata culturale “Oltre il Visibile” promossa dall’inedita coppia – come è stata definita da alcuni – formata da Davide Aimonetto e Piercarlo Gattolin aveva ottenuto un buon riscontro di pubblico.
La serata analoga tenutasi a Mappano giovedì 17 aprile, a pochi giorni dalla Giornata Mondiale dell’Arte istituita dall’UNESCO, ha confermato il risultato precedente, offendo ai partecipanti una serata per esplorare il profondo legame tra arte e spiritualità, tra riflessioni storiche e interpretazioni moderne e contemporanee.
Come introdotto dallo storico Aimonetto, il rapporto tra artisti e istituzioni ecclesiastiche non è sempre stato armonioso e sarà solo con Papa Paolo V che il dialogo tra arte e fede si riaprirà, segnando uno dei momenti più alti nella storia dell’espressione artistica. Aimonetto si è focalizzato in particolare sull’introduzione della fotografia, nella seconda metà dell’800, “che sconvolge l’arte figurativa, portando molti artisti a una scelta cruciale: continuare a riprodurre la realtà o esplorare nuove vie espressive”. In questo contesto, con anche lo sviluppo delle avanguardie, molti artisti hanno affrontato e rielaborato il tema della fede, creando opere di forte impatto emotivo e visivo, non sempre ben accette dalla Chiesa. Da Van Gogh, con La Chiesa – vuota, quasi schiacciata, con linee che riflettono il suo dolore interiore – a Munch che con la sua Madonna a seno nudo, tenta un omaggio straordinario alla figura mariana, inserendo elementi simbolici come l’embrione con le fattezze de L’Urlo; passando per le intense opere di Klimt, Gauguin e Chagall, fino ad arrivare a quelle più controverse di Dalì e Guttuso, che con l’opera La Crocifissione, fu a lungo osteggiato dalla Chiesa per la sua interpretazione drammatica e carnale del dolore umano.
La parola è poi passata a Gattolin, appassionato di storia dell’arte moderna e contemporanea, che ha avviato il suo intervento citando una frase di Paul Klee. “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che spesso non lo è”. Gattolin ha ricordato come, nei secoli, “la Chiesa ha rappresentato un vero e proprio scrigno d’arte, con opere che affascinano e coinvolgono ancora oggi chiunque entri negli edifici religiosi”. Tuttavia, nel corso del tempo, l’arte ha attraversato profondi mutamenti, allontanandosi da modelli tradizionali e divenendo sempre più astratta. L’arrivo delle avanguardie, con Parigi come epicentro, ha visto emergere figure come Picasso, Mirò, Kandinsky, Dalì, tutti impegnati in un dialogo costante con il senso del sacro e dell’esistenza. Se un tempo la religione era il centro della vita quotidiana, si arriva a vivere in un mondo frammentato, dove l’arte non è più immediatamente comprensibile e spesso risulta una ferita aperta che ci costringe a confrontarci con noi stessi.
L’incontro ha quindi offerto un’occasione unica per riflettere su questi concetti, esplorando il rapporto tra arte e fede attraverso un viaggio che ha unito passato e presente, tradizione e rivoluzione.