Personale: Mappano potrà assumere, a Caselle i sindacati minacciano sciopero


Via liberare della Corte dei Conti alla ricerca diretta di personale da parte del neo Comune. Nella città dell’aeroporto CGIL, CISL e UIL in agitazione sindacale.

di G. D’Amelio

Il neo Comune di Mappano potrà procedere nei prossimi mesi ad assumere direttamente del personale senza passare per la procedura di mobilità volontaria da un ente pubblico all’altro. A comunicarlo è stato il Sindaco dell’ex frazione, Francesco Grassi, in apertura di Consiglio Comunale che si è svolto ieri, lunedì 23 luglio. “La Corte dei Conti – ha spiegato il primo cittadino – ha risposto positivamente alla nostra richiesta, riconoscendo per un determinato periodo, secondo una legge rivolta ai comuni di nuova formazione, una facoltà assuntiva di personale che però deve rispettare alcuni vincoli di bilancio e soprattutto l’invarianza di spesa complessiva di questa voce tra Mappano e gli enti cedenti di Borgaro, Caselle, Leinì e Settimo”. Grassi, sottolineando per l’ennesima volta la penuria di dipendenti al suo servizio dopo oltre un anno dalla nascita del municipio, ha parlato anche del Comune di Caselle, che, secondo il prospetto stilato dalla Città Metropolitana, “dovrebbe dargli” 17 funzionari, ma anche della difficile situazione che la città dell’aeroporto sta attraversando in questo momento in materia di lavoratori. “E’ tempo di riprendere il dialogo – ha concluso il Sindaco – e da settembre auspico il ritorno del tavolo istituzionale in Regione tra tutti i soggetti coinvolti”.

A CASELLE CGIL, CISL E UIL SUL PIEDE DI GUERRA – Se Mappano piange, Caselle non ride. E’ di alcuni giorni fa, infatti, la lettera, a firma dei rappresentanti sindacali della funzione pubblica di CGIL, CISL e UIL, che in sostanza criticano il piano di riorganizzazione interna del personale che il Comune sta mettendo in atto anche per venire incontro alle richieste mappanesi. “A seguito di una insostenibile condizione lavorativa – si legge nella nota – riferita anche alle carenze di personale e al teso clima ambientale generato da carichi di lavoro eccessivi e turni di lavoro spesso modificati per far fronte alla sempre più pressanti richieste di intervento sul territorio messe in campo dall’amministrazione comunale con gravi criticità nella gestione del tempo dentro e fuori l’orario di lavoro, si ritiene ci siano fondati rischi di stress psico-fisico”. Da qui le tre sigle confederate confermano lo stato di agitazione proclamato lo scorso 12 luglio, chiedendo l’attivazione della procedura di conciliazione, ovvero a definire le prestazioni indispensabili che i dipendenti devono fornire al Comune in caso di sciopero.

Con l’arrivo del periodo delle ferie la situazione potrebbe subire uno stallo, ma non è banale affermare che anche in zona si attende il classico “autunno caldo”. Perché, in materia, anche Borgaro non se la passa bene.


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Giovanni D'Amelio