Tanti gli argomenti toccati durante la serata, tra musica, poesia, desideri e necessità. Perché l’autrice non parla solo di montagna, ma soprattutto di sentimenti e di attualità.
di Giada Rapa
Dopo la pausa estiva è ripresa nel migliore dei modi la rassegna Leggere e volare con i libri promossa dalla Biblioteca Civica Jella Lehman, che nella serata di giovedì 7 novembre, presso la sala del Sindaco di Palazzo Mosca, ha presentato la scrittrice Valeria Tron, che a giugno di quest’anno ha fatto uscire il suo secondo libro, “Pietra Dolce”.
Un’opera con otto protagonisti, in una narrazione orizzontale dove ognuno dipende dall’altro, dove le storie si fondono portando il lettore a sfogliare il personaggio strato dopo strato, fino a raggiungerne il cuore. Promesse, sogni, voglia di rinascita e volontà di ingentilire la rabbia attraverso la musica e/o la poesia, la frenesia della vita odierna in cui viene a mancare la capacità di contemplare, sono stati solo alcuni degli argomenti trattati nel corso della serata, dove il focus principale non è stato il libro – che pur essendo ambientato tra gli anni ’70 e 2000 nella Val Germanasca tocca temi di estrema attualità – ma la sua eclettica autrice, tra considerazioni e speranze. Senza dimenticare un protagonista particolare, la lingua occitana, perché come ricordato dalla stessa Tron, “le parole hanno un peso”. “La lingua è una persona – ha sottolineato l’autrice – che ha scelto parole da confidarmi, che vanno indagate”.
La serata, realizzata in collaborazione con l’associazione IoXCaselle, si è aperta con i brani dell’album della stessa Tron – anche cantautrice – Lêve les Yeux, e si è conclusa con un messaggio importante: dire ai ragazzi che va bene essere imperfetti, essere fragili. Ma senza mai perdere il coraggio. “Coraggio deriva da cor e significa esattamente mettere il cuore. È muscolare solo in quel senso. Il coraggio non ha niente a che vedere con la forza fisica, ma ha tutto a che vedere con la speranza. Nessun vento è più forte della speranza. Non ha bisogno di armi, di confini, non ha frontiere: ha solo voglia di cantare. È una grande risposta ai tempi in cui viviamo. Abbiate coraggio” ha concluso la scrittrice.