Caselle: inaugurata la nuova pista ciclopedonale lungo il torrente Stura


L’evento è stata anche l’occasione per ricordare la terribile alluvione che, 30 anni fa, ha colpito Borgata Francia causando ingenti danni.

di Giada Rapa

Ieri, domenica 10 novembre, si è tenuta l’inaugurazione della nuova pista ciclopedonale che da Borgata Francia lambisce il torrente Stura fino quasi all’altezza della zona del Port dij Gai. Un’occasione non solo per permettere ai cittadini di scoprire – e provare – questo nuovo tratto, ma anche per ricordare la terribile alluvione che 30 anni fa ha colpito proprio questa zona di Caselle. Un’inaugurazione, quindi, che ha il sapore di una rinascita, dal momento che la nuova pista attraversa anche, in parte, gli argini recentemente ripristinati.

Dopo un breve intervento del sindaco Giuseppe Marsaglia – che ha illustrato il forte legame tra la comunità e la Borgata – il ricordo di quel tragico 1994 è stato affidato a Pino Spina, presidente del Comitato Borgata Francia, che ogni anno si spende per fare in modo che il torrente sia adeguatamente controllato. “Quell’alluvione ha portato via la casa di Maurizio Bottione e la trattoria di Vanni Aimone – alla cui famiglie è stata consegnata una pergamena a ricordo dallo stesso sindaco – e anche se sono passati tanti anni da quella data spero che la Regione Piemonte possa darci una mano in futuro per lavori di messa in sicurezza degli argini, se saranno da effettuare”. Da ciclista, inoltre, Spina ha dimostrato apprezzamento per la ciclopedonale, che permette di raggiungere in sicurezza il Parco La Mandria.

Presente anche la Consigliera Regionale Paola Antonetto, a dimostrazione della vicinanza delle istituzioni alla cittadinanza sia nei momenti difficili, ma anche in quelli di gioia. Un pensiero è stato poi rivolto a chi, nelle situazioni di emergenza, è sempre operativo. “Non dimentichiamoci delle divise, di tutte quelle forze che sono sempre al nostro fianco, tutti i giorni. Tante volte li dimentichiamo, ma loro sono pronti a perdere la vita per noi. Dobbiamo essere più riconoscenti”.


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