Caselle: una serata per parlare d’immigrazione


A discutere l’argomento il Sindaco e il parroco di Caselle, e il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte.

di Giada Rapa

Caselle – Una serata all’insegna del confronto, della riflessione e del dibattito. “La Memoria della Realtà”, promossa dall’ANPI di Caselle, nella serata di venerdì 7 settembre ha affrontato il tema, difficile, del razzismo e della xenofobia.

A introdurre l’evento è stata l’assessora alla cultura Erica Santoro. “Questa è una serata importante in un momento storico particolarmente delicato. Sorprende come ci sia quasi una sorta di abitudine e incuranza davanti a certi commenti e insulti soprattutto su Facebook. L’immagine è quella di un popolo che si è assopito di fronte a situazioni che dovrebbero almeno scuotere le coscienze. Impariamo dai bambini, che troppo spesso vengono influenzati dagli adulti. Instilliamo in loro il pregiudizio: questo è un problema enorme, perché i bambini sono il nostro futuro. Da adulti i pregiudizi diverranno una politica. Occorre lo sforzo di tutti affinché questo processo si interrompa immediatamente”.

La parola è poi passata al Sindaco Luca Baracco. “A Caselle convivono ben 46 nazionalità diverse – italiani compresi – per un totale di 973 stranieri presenti. Nonostante i segnali drammaticamente negativi, il mondo e la società interetnica e interculturale, con arricchimento reciproco, non è solo possibile, ma è una realtà di fatto. Purtroppo stiamo prendendo una deriva xenofoba e razzista e oggi più che mai è importante il linguaggio.  Non si deve parlare di migranti, ma di migrazioni come fenomeno epocale e globale”.

Il Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte Nino Boeti ha invece posto l’attenzione sul pericoloso ritorno al fascismo, che oggi più che mai risulta “prepotente”. “Sono passati 80 anni dalle leggi razziali, in un periodo in cui gli italiani sono stati conniventi e indifferenti. Al giorno d’oggi le nostre scuole stanno formando migliaia di ragazzi che pensano che il fascismo sia stato un momento straordinario della storia italiana. Il fascismo non è un’opinione, è un crimine. Le politiche della paura riaprono le porte al fascismo: è importante che le persone per bene rialzino la testa”.

In ultimo don Claudio, che ha raccontato l’esperienza casellese dell’accoglienza ad alcuni giovani rifugiati. “Siamo partiti un po’ alla chetichella, con la cooperazione e il suggerimenti dell’Associazione La Tenda e dell’Ufficio Diocesano Migranti, sottolineando che la scelta di accogliere questi ragazzi non avrebbe significato trascurare le persone in difficoltà della nostra comunità. Voleva soltanto dire rimboccarsi le maniche e impegnarsi di più tutti insieme. Oggi spesso non viene preparata una coscienza che riguardi l’accoglienza. Il pessimismo che c’è nei confronti dei migranti i giovani lo respirano, ed è peggio dell’inquinamento atmosferico. Che ci piaccia o no, la storia insegna, c’è l’immigrazione. O apriamo la porta, oppure la buttano giù a spallate. Ma è troppo semplicistico dire accogliamo e apriamo le porte, occorre mettere le cose in chiaro e rispettare delle regole. Nel concreto occorre dare una risposta, senza finire sui giornali. La mentalità deve rifiorire per portare frutti”.

In conclusione, ancora una riflessione dell’assessora Santoro. “Da genitore – ha dichiarato – mi chiedo se non siamo arrivati al punto di delegare un’educazione che è genitoriale. Non posso chiedere alla scuola di insegnare quei principi che io per primo devo insegnare”.


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