Un’indagine nazionale, condotta dal Corriere della Sera in collaborazione con IlMeteo.it, ha preso in considerazione 108 città capoluogo e ha analizzato 14 parametri di valutazione del clima tra il 2010 e il 2022,
dalla Redazione
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“Buone Vacanze a tutti, soprattutto a chi rimane“. Abbiamo intitolato così la copertina del giornale di luglio/agosto mese per sottolineare, anche noi, come ormai le condizioni meteo climatiche influiscano sempre di più nei nostri ritmi quotidiani. Chi andrà via per le ferie, cercando un pochino di refrigerio, sa che dovrà mettere in conto le bizzarie, diciamo così, del tempo, sperando nella sua “clemenza“, mentre chi rimane deve fare i conti non solo con questa variabile. Come il fatto che Torino e il torinese siano tra le città e le zone meno vivibili d’Italia dal punto di vista climatico. Questo almeno secondo l’indice di vivibilità climatica del 2022, pubblicato qualche settimana fa dal Corriere della Sera in collaborazione con IlMeteo.it e consultabile online per ogni città. L’indagine ha preso in considerazione 108 città capoluogo e ha analizzato 14 parametri di valutazione del clima tra il 2010 e il 2022, evidenziando gli effetti dei cambiamenti climatici. In totale sono stati analizzati oltre 10 milioni di dati al fine di individuare le condizioni ottimali, di benessere, di stress o di disagio associate a temperatura, umidità, vento e altri numerosi fattori. La somma di questi indicatori ha definito l’indice di vivibilità climatica di riferimento per ogni città, per anno o di tutto il periodo considerato.
Nello specifico, il capoluogo piemontese l’anno scorso ha registrate ben 62 ondate di calore, rispetto alle 17 del 2021 e alle 9 del 2020. Le notti tropicali (con temperatura superiore ai 20 gradi) sono state 58, rispetto alle 27 dell’anno precedente. I giorni con temperatura percepita oltre i 30 gradi sono stati 66. La temperatura media è salita di 1,8 gradi in 10 anni, passando da 13° nel 2012 a 14,8° nel 2022. A penalizzare il torinese ci sono anche i 52 giorni di nebbia invernale (99° posto) e la brezza estiva che non ha raggiunto i 2 km all’ora (105° posto).
CHE FARE? – Ogni città, piccola o grande che sia, può, se vi è capacità e volontà politica, migliorare questo indice di vivibilità. Portando avanti azioni programmatiche come curare sistematicamente il proprio territorio, piantare nuovi alberi e salvaguardare gli spazi verdi, migliorare l’efficienza energetica degli uffuici e delle abitazioni, pubbliche e private, raccogliere e smaltire correttamente i rifiuti, promuovere la diffusione di fonti di energia rinnovabile. Inoltre ogni ente deve proteggere la salute dei propri cittadini creando zone fresche che permettano di offrire temperature tollerabili all’aperto, tenere sempre aggiornati i piani di intervento di Protezione Civile, ma soprattutto pianificare centri urbani che tengano conto che siccità ed eventi atmosferici estremi saranno sempre più frequenti nel futuro prossimo.