L’ex consigliere comunale e capogruppo di maggioranza ha ricevuto un riconoscimento per il suo libro “Una Vita Controsenso”, scritto durante il primo lockdown. Insieme a lui l’amico Vanni Novara, che ha arricchito il volume con le immagini dei suoi quadri.
di Giada Rapa
Forse definirlo un “piccolo caso letterario” è un po’ azzardato e non si può mettere in dubbio. Ma occorre anche osservare con attenzione il contesto: quello di una piccola città e di un ex- capogruppo di maggioranza che durante il primo lockdown ha deciso di raccogliere aneddoti della sua vita personale e politica per dilettarsi nella stesura di un libro.
Stiamo parlando di “Una Vita Controsenso” di Giuseppe Ponchione, detto Ponchio, figura molto conosciuta non solo nella città di Borgaro -in cui risiede da anni e ha rivestito per due lustri il ruolo di capogruppo di maggioranza- ma anche a Torino, dove in gioventù ha lavorato come impiegato e ha iniziato a muovere i primi passi all’interno del sindacato. Un’opera autobiografica scritta quasi per gioco e che ha ottenuto un ottimo riscontro da parte del pubblico -forse anche grazie alla fama locale di Ponchio- tanto che ormai presso l’Edicol@lombardo di via Ciriè, a Borgaro, sono disponibili le ultime copie. E ora “Una Vita Controsenso” ha anche ottenuto un riconoscimento (che arriverà via posta a casa dello scrittore) all’interno de “I Protagonisti”, premio indetto dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino e dall’A.I.C.S Settore Nazionale Cultura – Centro Culturale Società e Sviluppo.
“Le descrizioni offerte da Giuseppe Ponchione si precisano come indelebili squarci di vita vissuta, con divagazioni comprendenti anche l’aspetto familiare -che per lui è sempre stato fondamentale- con una narrazione piacevolmente scorrevole. E la lettura non può non essere altrettanto gradevole e oltremodo coinvolgente” spiega nelle motivazioni Rosario Altomonte, ricordando che questo lavoro autobiografico è stato arricchito da una serie di dipinti dell’artista Vanni Novara, da molti anni ormai amico fraterno dell’autore. Un’amicizia che non solo ha spinto Vanni ad aiutare Ponchione nella stesura del libro, ma anche a scegliere accuratamente le opere che meglio si potevano adattare alle diverse parti della storia, ottenendo anch’egli un riconoscimento all’interno de “I Protagonisti”.
“Non sono uno scrittore -racconta Ponchio- ma soltanto una persona a cui piace molto leggere e mettere su carta i pensieri. Ho scritto questo libro un po’ per sfizio personale e mai mi sarei aspettato di ricevere un premio. Premio che non vedo l’ora di mostrare ai miei nipoti: questo libro è anche per loro, per dimostrare che con impegno si può fare qualsiasi cosa, anche se l’età avanza. E anche che lo zio è uno che sa scrivere, anche se non è amante dell’innovazione tecnologica”.