L’autore de “L’ultimo lenzuolo bianco”, opera autobiografica, incontrerà giovedì 21 settembre, nel salone del sotto chiesa dei santissimi Cosma e Damiano, tutti i cittadini interessati ad ascoltare la sua storia.
di Giada Rapa
Borgaro – Questa sera, a partire dalle ore 21 presso il salone del sotto chiesa dei santissimi Cosma e Damiano, si terrà un appuntamento davvero importante dal punto di vista culturale e religioso. Il parroco locale, don Stefano Turi, ha infatti organizzato un incontro con Farhad Bitani, educatore afghano, autore anche dell’opera autobiografica L’ultimo lenzuolo bianco. “Ho invitato Farhad – spiega don Stefano – pensando al contesto culturale nel quale viviamo oggi, e nel quale è facile cadere in reazioni istintive, soprattutto di fronte a certi fatti di cronaca. Farhad è un uomo che ha vissuto in un contesto fondamentalista, ma arrivando qui in Europa e incontrando i cristiani ha cambiato la sua idea sui cosiddetti infedeli. Ora gira il mondo portando un messaggio, che parte dall’uso corretto della ragione per un autentico dialogo interreligioso”.
CHI E’ FARHAD BITANI – Nasce a Kabul il 20 settembre 1986, ultimo di sei figli. Suo padre è un generale che combatte per liberare l’Afghanistan dalla dominazione sovietica. Dal 1997, in seguito all’arresto del padre caduto nelle mani dei Talebani, Farhad vive per due anni a Kabul in condizione di estrema povertà con la madre e un fratello. Nel 1999 il padre riesce a evadere dal carcere talebano di Kandahar e la famiglia si trasferisce in Iran. Nel 2002, con l’inizio dell’operazione enduring freedom torna nuovamente a Kabul con la famiglia. Nel 2004 il padre di Farhad viene nominato addetto militare presso l’Ambasciata dell’Afghanistan in Italia e nel 2005 la famiglia si stabilisce a Roma. Nel 2006 Farhad è ammesso al 188º corso dall’Accademia militare di Modena, completato il biennio e si trasferisce a Torino per gli studi superiori presso la scuola di applicazione e Istituto di studi militari dell’esercito. Nel 2011, durante un periodo di licenza in Afghanistan, subisce un attentato da parte di un commando di Talebani. Sopravvissuto miracolosamente all’attacco, inizia una riflessione sulla propria vita che lo conduce a un radicale cambiamento: depone le armi, chiede ed ottiene asilo in Italia, dove inizia un capillare lavoro di informazione e dialogo interreligioso e interculturale. Dopo la pubblicazione, nel 2014, del suo libro “L’ultimo lenzuolo bianco” diventa protagonista di numerosissime conferenze in Italia e non solo, in cui racconta la sua esperienza in Afghanistan e il percorso di riflessione e cambiamento intrapreso dal suo arrivo in Italia.