Avvisi di garanzia a quattro politici borgaresi, tra stupore e richiesta di trasparenza


I destinatari del provvedimento non hanno ricevuto nessun documento ufficiale. Il Movimento 5 Stelle e la lista civica Avanti con Voi invocano immediati chiarimenti.

di G. D’A. e Giada Rapa

1Borgaro – Dopo il comunicato di ieri pomeriggio del Gruppo Latella, che, senza fare nomi, informava i giornali dell’iscrizione nel registro degli indagati di 4 esponenti del PD locale, tra i quali l’ex Sindaco Vincenzo Barrea, oggi consigliere comunale e rappresentante della Città Metropolitana di Torino, Gianluigi Casotti, assessore al Bilancio, e Giuseppe Ponchione, capogruppo di maggioranza, si respira aria di incredulità e sconcerto tra le fila di chi governa la città. I motivi delle indagini che hanno aperto il procedimento presso il Tribunale di Ivrea, dopo un esposto presentato circa un anno fa proprio dalla minoranza di centro destra, riguardano l’utilizzo di palazzo civico per scopo di partito e uso improprio della telefonia mobile e fissa a spese dei contribuenti. Tra gli indagati anche Marco Ricci, coordinatore della sezione locale del Partito Democratico, anche lui immortalato in una foto, (pubblicata qui a lato) scattata dall’allora iscritta al partito Manuela Anedda,  che ritrae alcune persone intente ad imbustare del materiale cartaceo riposto sulla scrivania del primo cittadino.

“Sono in attesa di ricevere qualcosa, perché finora tutto quello che so l’ho scoperto tramite il comunicato stampa del Gruppo Latella – ha commentato il capogruppo Ponchione – Sono perplesso e in attesa di capire per cosa sono indagato e penso che questo genere di notizie dovrebbero essere comunicate prima all’interessato che alla stampa. Dopo 40 anni di onesta carriera politica – aggiunge – questa situazione mi amareggia. Se si vuole abbattere una persona che lavora per il bene di Borgaro in nome della politica, allora la politica è proprio cambiata e non mi piace più”. L’ex Sindaco Barrea va invece all’attacco. “Se è vero che sono stato iscritto nel registro degli indagati attendo la notifica degli atti per capire quali sono le accuse che mi vengono mosse. E controbattere nelle sedi appropriate a chi è artefice di questa situazione”. Preferisce non rilasciare dichiarazioni, invece, l’assessore Casotti. “Ufficialmente non ne so nulla. Si fanno solo supposizioni, quindi andrei a commentare qualcosa che non so”. Perplesso anche il segretario Marco Ricci. “Se il reato è peculato  – dichiara – non so proprio cosa mi si può addebitare visto che io non sono un pubblico ufficiale. Mi sembra strano, inoltre, che non sia indagata chi ha scattato la fotografia, visto che anche lei si trovava in quella stanza del Comune”.

Tra i primi commenti politici sull’accaduto segnaliamo quelli del Movimento 5 Stelle di Borgaro e di Marco Gravina del gruppo civico Avanti con Voi. “La vicenda dei tesseramenti effettuati direttamente nelle sale del Comune di Borgaro – commenta Cinzia Tortola, capogruppo M5S in consiglio – era stata già oggetto di una nostra interrogazione datata marzo 2015 , alla quale il Sindaco aveva risposto  con le solite frasi di rito: indignate e vibranti rassicurazioni che mai e poi mai erano state svolte attività di partito presso palazzo civico. Se sia vero oppure no lo stabilirà ora l’autorità giudiziaria, ma la foto prodotta dalla signora Anedda  immortala e consegna alle future memorie un’immagine che apre dei dubbi e su cui  oggi non si hanno ancora risposte certe. E speriamo che si incominci ad applicare il principio che,  chiunque esso sia, chi sbaglia paga”.

Gravina chiede invece la convocazione di un Consiglio Comunale aperto. “L’iscrizione nel registro degli indagati di alcuni membri dell’amministrazione comunale – precisa –  di cui siamo venuti a conoscenza a mezzo stampa, ci fa ritenere che gli interessati dovrebbero immediatamente convocare un consiglio comunale in adunanza aperta (come previsto dall’art. 44 del regolamento), invitando tutti i cittadini e dando delle spiegazioni su quanto accaduto. A prescindere dall’esito delle indagini, sarebbe doveroso dare delle risposte ai residenti”.

 


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Giovanni D'Amelio