Quando problemi psicologici colpiscono una persona cara, sconvolge non solo la vita del diretto interessato, ma anche di chi gli sta attorno. Di seguito alcuni suggerimenti per gestire al meglio una persona cara che si trova in una situazione difficile.
di Alice Rabai, psicologa del team Life & Mind Psicologia di Mappano
Che si tratti di un disturbo depressivo, di un problema di personalità o di ansia, quando il disagio mentale colpisce una persona cara, sconvolge non solo la vita del diretto interessato, ma anche di chi gli sta attorno. Le difficoltà di accesso alle cure, la mancanza di supporto sociale e lo stigma che ancora oggi colpisce chi soffre di problemi psicologici, vanno spesso, ad aggravare la situazione rendendo invivibile tutto questo.
Ecco alcuni suggerimenti per gestire al meglio una persona cara che si trova in una situazione difficile:.
NON BANALIZZARE: dire frasi come “pensa a chi sta peggio di te “non ti manca nulla” “sei sempre a lamentarti” rischia di colpevolizzare ulteriormente l’individuo che già di per sé, ogni giorno, si trova a combattere pensieri negativi e sensi di colpa. In tal caso può essere utile non sminuire troppo il problema ed essere sufficientemente rassicuranti.
INFORMARSI: l’informazione rispetto a un problema è fondamentale, soprattutto se il confronto avviene con specialisti ed esperti del settore. Per esempio, nel caso dei disturbi alimentari, obbligare una persona anoressica a mangiare diventa controproducente se non addirittura dannoso, in quanto la cura non deriverà dall’obbligo di farle assumere cibo, ma da un lavoro specifico, accurato e graduale che solo uno specialista è in gradi di fare. Il confronto costante con un esperto può essere, così, utile per acquisire strategie e suggerimenti pratici e funzionali.
SOLLEVARE IL PROBLEMA: spesso, chi soffre di disagio psicologico tende a nascondere tutto per la paura di essere giudicato o con la speranza che la situazione si risolva da sola. Tuttavia, se un familiare dovesse notare i primi sintomi di sofferenza, può essere utile documentarsi e parlare al diretto interessato di ciò che sta notando. Questo può servire da stimolo e incoraggiamento e può aiutare la persona a vedere il problema da una prospettiva diversa e a non sentirsi sola.
EVITARE DI ESSERE UN FATTORE CHE MANTIENE LA PROBLEMATICA: in molto disturbi, per esempio nel disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), la persona tenta di coinvolgere i familiari in tutti quei rituali che mantengono il problema. Se inizialmente, questo supporto dà sollievo e diminuisce l’ansia, sul lungo termine rischia di aggravare la situazione e peggiorare i dubbi. In tal caso, sarebbe opportuno essere coinvolti nella terapia proprio per evitare che il lavoro fatto in studio non abbia continuità nella vita quotidiana della persona.