Se, in questa “guerra” che stiamo combattendo contro il coronavirus, il personale medico è in “prima linea”, non possiamo dimenticare tutte quelle categorie di lavoratori e di volontari che ci permettono quotidianamente di andare avanti.
di Mauro Giordano
E’ un lavoro straordinario quello che in questi tempi, anche nella nostra zona, svolgono le decine e decine di volontari, in campo sanitario e non solo. Come straordinario è il lavoro che stanno svolgendo tutta una serie di categorie sociali che permettono a tutti di noi di sopravvivere. Per vederle basta affacciarsi alla finestra delle nostre case. C’è chi trasporta latte e generi alimentari o le persone con l’autobus, ci sono i soccorritori delle ambulanze, le pattuglia dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di Finanza, dei Vigili Urbani, Uomini e donne che lavorano per noi.
Ma non sono gli unici. Penso anche a tutti coloro che nei Comuni tengono attivi i servizi essenziali, i sindaci le loro Giunte, con tante responsabilità, gli impiegati. Penso ai bravi contadini che non possono permettersi di smettere di mungere le mucche o di seminare. Penso ai tanti commercianti dei negozi aperti, alle cassiere dei supermercati, agli operai. Alle insegnanti. Penso ai parroci delle comunità, i loro stretti collaboratori, la loro sofferenza nel non poter adempiere alle principali funzioni. Penso ai Vigili del Fuoco, sempre pronti a correre, i volontari della Croce Verde Torino e quelli della Croce Rossa Italiana. Forse abbiamo dimenticato qualcuno: non ce ne voglia, ma sappia quel qualcuno che è nei nostri cuori.
Quella che stiamo vivendo è una battaglia durissima e lo sarà ancora per molto, ma la vinceremo solo con la giusta pazienza, con l’ubbidienza agli obblighi e la fiducia nelle istituzioni. L’emergenza finirà, quando non lo possiamo sapere, ma finirà, con la certezza che dalle macerie sono sempre sorte città più belle, più vive, più umane. Ce lo insegna la storia. Questa la nostra speranza, ma anche la nostra certezza.