Troppi gli sforamenti di PM10 registrati nei primi 10 mesi dell’anno, quando manca ancora un mese e mezzo alla fine del 2019.
dalla Redazione
“Occorre incentivare il trasporto collettivo aziendale e l’uso dei taxi collettivi, mettere a disposizione dei cittadini un trasporto pubblico efficiente, un sistema su rotaia e su gomma di qualità che sostituisca le centinaia di auto che dall’area metropolitana quotidianamente entrano ed escono dalle città con una sola persona a bordo, ridurre la velocità massima in tangenziale a 90 km/orari”. Questo sono solo alcune delle proposte avanzate da Legambiente Metropolitano al fine di migliorare la qualità dell’aria delle città del torinese, dove le auto risultano essere 64 ogni 100 abitanti.
“I giorni di sforamento relativi alle PM10 verificati al 7 novembre sono già 56 e mancano ancora i mesi di novembre e dicembre, che incideranno pesantemente sul totale annuo. Nel 2018, Torino aveva chiuso con 134 giorni di sforamento, quando quelli annuali ammissibili sono 35” spiegano dall’associazione. “Le deroghe ai blocchi del traffico per persone con ISEE inferiore ai 14.000 euro e per ultrasettantenni -pur comprendendone pienamente le ragioni politiche- ci convincono poco, poiché vorremmo sempre decisioni basate su valutazioni tecnico scientifiche. Riteniamo troppo importante e prioritaria la salute dei cittadini, in questo periodo messa fortemente a rischio, senza dimenticare la documentazione dell’Arpa, secondo la quale 900 morti all’anno a Torino sono attribuibili all’inquinamento causato dalle polveri sottili. Per questo, inoltre, ci sentiamo di sostenere le azioni del Comitato Torino Respira, che da tempo cerca di informare dettagliatamente i cittadini del torinesi”.