LA RIFLESSIONE – La sicurezza degli eventi e le regole con le quali dovremo convivere


La nuova direttiva del Ministero dell’Interno in tema di incolumità delle persone durante lo svolgimento di manifestazioni pubbliche fissa le competenze divise tra Prefetto, Questore, Sindaco e organizzatori privati.

di G. D’A.

Il Capo della Polizia Franco Gabrielli

Gli incidenti del 3 giugno di piazza San Carlo a Torino segnano il passo nella gestione delle manifestazioni pubbliche. Da qualche settimana è infatti in vigore la cosiddetta circolare Gabrielli che punta a distinguere le competenze nella tutela della sicurezza durante le iniziative all’aperto, siano esse piccoli o grandi eventi. Un giro di vite che, come spesso accade in Italia dopo una tragedia, alza l’asticella da una blanda attenzione della gestione del controllo ad un eccesso di provvedimenti. E ciò è accaduto anche questa volta e i primi risultati sono stati quelli della cancellazione, a Torino ma anche in provincia di alcuni appuntamenti di richiamo, annullati dagli organizzatori perché non in grado di assicurare durante lo svolgimento della manifestazione tutte le richieste fissate dal Capo della Polizia.

LA PROTEZIONE DELLE PERSONE – Nessun comportamento è esente da rischi e la sicurezza assoluta non esiste, ma la circolare Gabrielli impone alle varie parti in gioco, Prefetto, Questore, Sindaco e organizzatore privato di eventi, di ragionare sulla sicurezza dal punto di vista della progettazione dell’evento (SAFETY) e al complesso di misure e risorse rivolte a prevenire e contrastare atti di interferenza illecita (SECURITY). Il primo aspetto dovrà prevalentemente essere assicurato dai comuni e dai privati, mentre il secondo da Prefettura e Questura. E questo nel distinguo di ruoli e responsabilità. I comuni, in pratica, dovranno valutare la capienza delle aree delle manifestazioni, individuare gli spazi di soccorso, emettere i provvedimenti di divieto di vendita di alcolici e di bevande in vetro e lattine. Gli organizzatori privati (associazioni, onlus, agenzie di spettacolo, ecc.) con l’ausilio delle forze dell’ordine dovranno regolare e monitorare gli accessi fino all’esaurimento della capacità ricettiva, prevedere percorsi separati di accesso e di deflusso del pubblico con indicazione delle vie di fuga, schierare sul campo steward preparati per l’assistenza delle persone. La Prefettura dovrà esercitare il suo ruolo di controllo e supervisione mediante sopralluoghi per una scrupolosa verifica della sussistenza dei previsti dispositivi di safety e l’individuazione delle vulnerabilità. Dovrà quindi presiedere il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per la vigilanza attiva nelle aree urbane. In merito alla security, la responsabilità rimane in capo al Questore che ha il compito di sviluppare di una mirata attività informativa per valutare una eventuale minaccia. I responsabili del soccorso sanitario avranno la responsabilità dell’emergenza e dell’urgenza sanitaria, mentre ai Vigili del Fuoco spetterà il compito dei piani di emergenza e antincendio.

IL PUBBLICO – Le misure fino ad ora elencate inevitabilmente si ripercuoteranno anche sugli spettatori e partecipanti agli eventi. In termini di tempo, perché saranno più accurati i controlli di accesso, di libertà (dovremo rispettare regole, comportamenti e percorsi definiti), di costo, perché inevitabilmente le maggiori misure faranno aumentare la spesa organizzativa che alla fine qualcuno deve pagare. Perché la sicurezza costa e nei prossimi anni il suo ammontare sarà sempre più salato.


Commenti

commenti

Giovanni D'Amelio