Entro il 31 gennaio 2016 tutti i comuni italiani sono obbligati ad aggiornare il piano triennale di prevenzione della corruzione. Naturalmente anche Borgaro e Caselle sono chiamati a questo compito e ogni abitante può partecipare a questa stesura fornendo consigli e suggerimenti.
di Giovanni D’Amelio
In Italia c’è talmente tanta corruzione che nessuno sa a quanto questa ammonti realmente. Non passa giorno, infatti, che nuovi scandali si aggiungono ai vecchi, a partire dai vertici dello Stato fino ai piccoli comuni. Secondo la Corte dei Conti i comportamenti corruttivi generano il 40% di spesa in più nei contratti per opere, forniture e servizi pubblici, raggiungendo una cifra stimata superiore ai 100 miliardi di euro all’anno. Pensate 100 miliardi che finiscono in mazzette. Il rapporto 2015 dell’Onu sulla corruzione nel Belpaese riconosce qualche miglioramento rispetto al passato, ma indica comunque una serie di problemi aperti su cui occorre ancora lavorare. A partire proprio dalla capacità di raccogliere ed analizzare i casi e le statistiche, condizione imprescindibile per capire la dimensione reale del fenomeno.
LA LEGGE 190 DEL 2012 – Per correre un po’ ai ripari, ma con molto ritardo rispetto a tante altre nazioni europee, il 28 novembre 2012 è entrata in vigore la legge 190 recante “disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”. Un provvedimento che punta molto sulla trasparenza amministrativa, principalmente attraverso l’obbligo per ogni ente pubblico di aggiornare continuamente e in maniera puntuale i propri siti web. La legge prevede che ogni Comune adotti un piano triennale di prevenzione della corruzione e che lo aggiorni annualmente entro il 31 gennaio. Questo piano, in particolare, definisce le procedure per selezionare e formare i dipendenti che operano nei settori più esposti alla corruzione e attuare la loro rotazione nei tempi stabiliti dalla norma.
LE AREE DI UN COMUNE PIU’ A RISCHIO CORRUZIONE – I settori dove più delle volte avvengono atti illegali da parte dei dipendenti al fine di ottenere vantaggi personali dai privati riguardano: la selezione del personale da assumere tramite concorsi e il conferimento di incarichi di collaborazione, l’affidamento di lavori, servizi e forniture, il rilascio di concessioni e autorizzazioni, l’erogazione di contributi economici, tutta la sfera riguardante le gare e l’assegnazione di appalti.
CITTADINI E ASSOCIAZIONI – Il piano triennale contro la corruzione deve essere preceduto da una mappa contenente tutti i processi e i procedimenti del Comune e prevede la pubblicazione sul sito internet dei moduli per la segnalazione di condotte illecite, affinché chiunque, dipendenti, collaboratori ed esterni a conoscenza di comportamenti illegali possa comunicarli con la garanzia di essere tutelato e protetto. Il Comune è obbligato a comunicare ai propri cittadini, singoli o in forma associata, della predisposizione del piano e della possibilità di dare consigli e suggerimenti migliorativi. Le associazioni possono anche proporre momenti di informazione dedicati a questo tema.