Don Claudio apre sull’ospitalità ai profughi: “Aiuta i lontani senza trascurare i vicini”


Il parroco di Caselle nell’omelia di ieri ha esortato la folla dei fedeli a fornire proposte, suggerimenti e soprattutto disponibilità per accogliere.

di G. D’Amelio

zzDurante la messa di domenica mattina, celebrata sotto la tensostruttura del Prato Fiera in occasione dei festeggiamenti dell’Addolorata, don Claudio ha dedicato largo spazio della funzione al dramma dei richiedenti asilo. “L’immagine del bambino morto sulla spiaggia, le cifre dei morti annegati, l’appello del Papa e quello dell’arcivescovo Nosiglia non ci hanno lasciati indifferenti” ha esordito il prete rivolgendosi ai presenti. “Giovedì 17 settembre si è tenuto a Caselle un incontro informale con l’amministrazione comunale, la parrocchia e alcune associazioni maggiormente legate al sociale per capire se riusciamo a dare una risposta alle richieste di aiuto che ci giungono. Il prossimo 1 ottobre ci ritroveremo per continuare il discorso, ma nel frattempo accogliamo da voi proposte, suggerimenti e soprattutto disponibilità per accogliere”.

Don Claudio ha sostenuto che la tendenza più proficua e umana, per la parrocchia e le famiglie casellesi, è ospitare piccoli gruppi, come una donna con bambino, 2 o 3 giovani, un nucleo di parenti. “Tutta la comunità deve dimostrarsi accogliente e non vi lasceremo soli – ha sottolineato – perché non si va avanti allo sbaraglio, ma con un progetto preciso e abbiamo l’aiuto della pastorale migranti della diocesi”.

E alle obiezioni che sicuramente saranno sollevate da chi lamenta che prima di tutto l’aiuto va dato alle famiglie casellesi in forte stato di bisogno, il parroco ha precisato che “Fin dove è possibile si cerca di intervenire attraverso il Comune, la Caritas, l’impegno dei singoli per non lasciarle abbandonate a se stesse, perché è la parola di Dio che ci dice Aiuta i lontani senza trascurare i vicini”.

Vista l’importanza del tema, don Claudio è ritornato sull’argomento anche a fine messa. “Questa è un’occasione per diffondere la cultura della solidarietà, per sentirci e dimostrarci una vera comunità accogliente”.


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Giovanni D'Amelio