Delle nuove disposizioni in materia parla l’avvocato Antonio La Scala, Presidente dell’associazione Penelope Italia Onlus e Gens Nova.
di Giada Rapa
Poche settimane fa è stata celebrata la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza Contro le Donne.
La prima novità è la Legge 4 dell’11 gennaio 2018, che offre tutela agli orfani di femminicidio. “Questa è una mia personale battaglia -spiega l’avvocato Antonio La Scala, Presidente dell’associazione Penelope Italia Onlus e Gens Nova, da anni impegnato su queste tematiche- che ha introdotto modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in favore degli orfani per crimini domestici. Innanzitutto è stato introdotto il sequestro conservativo dei beni per i presunti colpevoli in ogni stato e grado del procedimento penale, è stato istituito un fondo di garanzia non soltanto per i minori, ma anche per i maggiorenni non autosufficienti, al fine di sostenere attività di recupero psico-fisico di questo soggetti, che molto spesso possono aver assistito direttamente all’omicidio della propria madre. A ciò si lega l’assistenza sanitaria gratuita, che si va ad aggiungere a quella legale introdotta nel 2013. È stata inoltre introdotta anche la facoltà di cambiare cognome. Si tratta di un’ottima legge, ma purtroppo è ancora poco conosciuta”.
A fine novembre sono anche state approvate importanti modifiche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in materia di Violenza sulle Donne e Stalking. “La prima importante novità è quella dell’immediatezza: dal momento della denuncia il magistrato ha 3 giorni per ascoltare la presunta vittima al fine di raccogliere informazioni. Una norma molto utile anche come mezzo di tutela per l’accusa, perché sappiamo che a volte le denunce sono false. In secondo luogo la trasmissione immediata delle denunce fatte in ospedale al pubblico ministero, dal momento che le prime 48 ore sono fondamentali non solo in caso di persone scomparse, ma anche in situazioni di violenza soprattutto per preservare tracce e prove. È anche stata introdotta la formazione obbligatoria, specifica e continua per gli operatori di polizia con la possibilità di avvalersi anche di specialisti esterni. In ultimo abbiamo ottenuto l’obbligo del braccialetto elettronico per gli stalker e gli uomini violenti in attesa di giudizio. Quest’ultima è una battaglia vinta a metà, perché la nostra richiesta era quella di obbligare questi soggetti a risiedere in un Comune diverso da quello della vittima al fine di avere più tempo a disposizione per un eventuale intervento. Questa norma non è passata, ma sicuramente insisterò. A piccoli passi raggiungeremo il nostro obiettivo”.
Una ulteriore buona notizia, risalente a pochi giorni fa, arriva dal Dipartimento Amministrazione Penitenziaria: inizia finalmente a produrre i primi risultati la Banca Dati Nazionale del DNA. “Anche l’istituzione di questa banca dati è stata fortemente voluta da Penelope. Purtroppo, oltre alle vittime di femminicidio accertate, non dobbiamo dimenticare che sono 2.388 le donne italiane scomparse nel nulla. È un dato drammatico, anche perché quasi sicuramente sono state vittime di crimini e sono morte, ma non rientrano nelle statistiche e nessuno ne parla. L’istituzione della Banca Dati del DNA è avvenuta ufficialmente con la legge del 30 giugno 2009 n° 85, ma per 7 anni ha dormito ed è stata riesumata solo nel giugno 2016 proprio grazie a noi. Un mezzo importante per fornire identificazione agli 832 cadaveri o resti cadaverici che attendono da anni nei nostri obitori” conclude La Scala.